Buon pomeriggio, lettori! Puntuale come un orologio svizzero a cui manca una lancetta, ho cambiato la grafica! So che è insolito sentir parlare di Natale il 27 novembre, ma se mi seguite da un po', sapete quanto io ami questo periodo dell'anno e quanto lo aspetti con ansia. Qui da me, in Puglia, è consuetudine fare l'albero il 22, facciamo anche le pettole, che sono delle "palle di pasta fritta" tipiche della mia città, ma credo si facciano un po' in tutta la Puglia, anche se il termine per indicarle cambia qualche vocale: nel salentino si chiamano pìttule, pèttuli nel brindisino. Curiosi di saperne un po' di più?
LE PETTOLE: TRA STORIA E LEGGENDA
Un'antica leggenda, nata decenni e decenni fa, narra che il giorno di Santa Cecilia, una donna si alzò come di consueto, per preparare l'impasto per il pane. Mentre l'impasto lievitava sentì un suono di ciaramelle, si affacciò e vide i zampognari che arrivavano. Come ipnotizzata da quella melodia scese per strada e si mise a seguire i zampognari per i vicoli della città.
Quando tornò a casa si accorse che l'impasto era lievitato troppo e non poteva più essere usato per il pane, e che nel frattempo anche i suoi figli si erano svegliati e reclamavano la loro colazione.
Senza lasciarsi prendere dalla disperazione, la donna mise a scaldare dell'olio e cominciò a friggere dei pezzettini di pasta che nell'olio diventavano palline gonfie e dorate che piacquero molto ai suoi figli, che con la loro tipica curiosità le chiesero: "Mà, come si chiaman'? (Mamma, come si chiamano?)"- e lei pensando che somigliavano alla focaccia ( in dialetto detta "pitta") rispose: "pettel'" (ossia piccole focacce).
Non ancora soddisfatti i figli chiesero: "E 'cce sont? (E che sono?)" - e lei vedendo che erano molto soffici rispose: "l' cuscin' du Bambinell" (i guanciali di Gesù Bambino).
Quando finì di friggere tutto l'impasto, scese per strada coi suoi bambini, felici e satolli per offrire le pettole ai zampognari che con la melodia delle loro pastorali avevano reso possibile quel miracolo.
Insomma, per noi pugliesi, il Natale è quanto mai vicino: già ci affrettiamo per iniziare ad impacchettare i regali che andranno sotto l'albero, che abbiamo già fatto da giorni, e che sicuramente non può restare vuoto a lungo.
Approfitto di questo post informativo anche per aggiornarvi sulla mia assenza: lo studio mi sta uccidendo. Non vorrei sembrare tragica o esagerata, ma è vero. Lo studio si sta portando via ogni secondo del mio tempo, e proprio non riesco a leggere e quindi, di conseguenza, a tenervi aggiornati. Ogni volta, all'arrivo del weekend, sono insolitamente contenta, ma poi mi ricordo che passerò il weekend a studiare, quindi potete ben immaginare come il mio entusiasmo inizi a calare. E dopo aver studiato 50, 60 pagine, leggerne altre, seppur per piacere, non è proprio qualcosa che si ha voglia di fare. Diciamo che confido nelle vacanze e confino nel prossimo weekend per poter dedicare quantomeno qualche ora alla lettura. Attualmente sto leggendo Il cavaliere d'inverno di Paullina Simmons, che però procede abbastanza lentamente, quindi mi sembra di restare ancorata allo stesso punto nonostante il numero delle pagine vada avanti e cresca. Non saprei, perchè la storia mi stava davvero piacendo, eppure credo di essere arrivata ad un punto morto! Vi terrò sicuramente aggiornati. Un bacio a tutti e buon inizio delle feste!